Olio e cooperativa – 3ATUR 22/23

Gli ulivi giunsero sul Lario in epoca romana, portati dai coloni greci. Troviamo tracce della loro presenza
anche negli statuti comunali che documentano la diffusione di tale coltivazione. Fin dalla loro origine hanno
avuto una grande importanza mercantile. La posizione sul lago a ridosso delle montagne, ha aiutato la loro
crescita, proteggendoli dai venti freddi e favorendo la loro esposizione al sole rivelatasi vantaggiosa per i
frutti. Inizialmente la produzione dell’olio era destinata all’illuminazione, il cosiddetto olio lampante,
dunque non era importante che fosse di buona qualità, ma si puntava sulla quantità. Nella seconda metà
del secolo scorso alcuni pionieri hanno ridato vita ai terreni con terrazzamenti in fase di abbandono,
ricominciando a piantare ulivi con maggiore attenzione.

Dagli anni 2000, in particolare nell’aprile del 2011 nasce la Cooperativa “Olivicoltori Lago di Como”, una
delle maggiori imprese di produzione dell’Olio Extra Vergine di Oliva e la zona più a nord di questo tipo di
coltivazione. Si tratta di un gruppo di circa 40/50 soci aventi nel complesso oltre 4000 ulivi.
Quest’associazione prevede una potatura annuale delle singole piante per evitare un’eccessiva grandezza:
ogni anno si contano dagli 800 ai 900 ulivi.
Questo olio del nord Italia si sta diffondendo velocemente e ne viene apprezzato il sapore piccante, medio e
con un buon profumo all’olfatto grazie alle condizioni climatiche.